All’ombra delle mura aragonesi, questo borgo del Crotonese offre agli appassionati fondali trasparenti che sono un vero e proprio acquario. E poi c’è un entroterra rigoglioso.
È sera eppure c’è una grande folla che sciama lungo Via Duomo, sino alla cinquecentesca Chiesa della Visitazione della Beata Vergine Maria dalle capriate lignee. Capannelli di ragazzini osservano le onde del Mar Ionio sussultare alla Spiaggia Piccola, qualche giovane coppia di innamorati raggiunge in motorino la Spiaggia Grande per una nuotata intima notturna. Voci, suoni si fondono e confondono a Le Castella, il borgo marinaro più scenografico e vivace nell’estate di Isola di Capo Rizzuto. La sua popolazione nei mesi più caldi aumenta di sei volte rispetto alla primavera e all’inverno proprio perché qui, tra il mare e la vita serale che ha come palcoscenico proprio la strada principale lunga un chilometro e mezzo, si avverte proprio la sensazione di sentire intensamente l’estate addosso alla pelle.
Di giorno il tempo è liquido: si sta sempre nelle acque dell’Area Marina Protetta di Capo Rizzuto perché, come racconta Tonia Arena che, dopo decenni trascorsi tra Roma e Milano, ha deciso di tornare a casa proprio per il mare e per guidare le escursioni sulla sua imbarcazione Aquavision dallo scafo trasparente, i fondali costituiscono uno spettacolo ravvicinato al quale si è invitati a partecipare. «Si vedono la costa rocciosa, navigando appena sopra le secche, i banchi di sabbia, un relitto della Seconda guerra mondiale, e ovviamente le nostre affezionate meduse ovvero la Cassiopea che sfoggia un colore marrone, e la Polmone del mare azzurra bianca e luminescente, oltre alla stella marina rossa ben visibile sul fondo, i ricci di mare, insieme, un po’ più al largo, alla cernia, l’orata, l’ombrina, il sarago, le salpe, le spigole. In pratica qui lo Ionio è un acquario, perciò salpando dal porticciolo con le barche del diving si possono compiere anche bellissime esperienze di snorkeling».
Quel castello aragonese che sembra spuntare dallo Ionio
Invece sulla terra c’è lei a calamitare ogni sguardo, attenzione, curiosità. Ovviamente è la fortezza aragonese che magari a un occhio attento può apparire in una fase un po’ timida della sua lunga storia che l’ha vista dal IV secolo a.C. fungere da struttura difensiva contro i pirati e da residenza nobiliare, ma è tuttora in grado di irradiare un fascino irresistibile, anche grazie alla sua posizione quasi onirica sulla punta di una lingua di terra come sospesa nel mare. Anche le vestigia delle mura difensive, probabilmente risalenti al periodo magno greco, che si riconoscono nei pressi del porticciolo dei pescherecci, e i resti delle torri costiere e di avvistamento Brasolo e Telegrafo lungo il litorale di Le Castella testimoniano l’avventurosa epopea di questo borgo legato forse alla presenza di Annibale e identificato anche con l’omerica isola di Calipso.
Sculture coi resti del mare e ceramiche con l’argilla
A prendersi cura della fortezza — al cui interno di stampo decisamente militaresco si erge una torre duecentesca e corrono bastioni panoramici — ci ha pensato a lungo la Pro Loco, un’associazione onlus di promozione sociale, che ancora gestisce il punto informativo sulla via principale, nonché proponendosi come alacre sede di formazione di coloro che prestano il servizio civile. A volerle un gran bene è sicuramente Maurizio Giglio che possiede un’edicola proprio davanti all’ingresso della fortezza, da lui tramutata in fucina creativa. «I giornali si vendono purtroppo assai meno di una volta — spiega —, così mi sono inventato rigeneratore dei materiali trasportati dalle correnti. Riuso quello che porta il mare, trasformandolo in oggetti artistici assai materici, e ho anche imparato a dipingere la fortezza e la spiaggia. Impiego anche i pezzetti di poseidonia che si staccano da soli, dipingo sopra i sassi, riassemblo frammenti di tavola, creando pesci e forme umane assai singolari, che i turisti apprezzano per la vivacità dei loro colori». Poco lontano c’è l’atelier di Emanuel Vizacchero che da tanti anni plasma l’argilla tipica di questa zona del Crotonese ottenendo risultati di alta qualità espressiva: le sue ceramiche realizzate con pigmenti naturali, così come i più semplici utensili da cucina conquistano da sempre l’attenzione dei viaggiatori che passano per Le Castella. Questa, comunque, non è soltanto una meta marinara. Anche l’entroterra elargisce frutti sublimi, dal finocchio, alle uve, dall’olio alla provola. E poi c’è quel Bosco del Sovereto coi suoi alberi da amare e proteggere, la sua spiaggia dei gigli bianchi, le dune alte sino a quattro metri, le tartarughe caretta caretta che proprio adesso depongono le uova. Un ultimo sguardo alle cave di tufo attive dal VI secolo dalle quali derivano le pietre della fortezza, e poi a malincuore è tempo di ripartire dal borgo calabrese che più ti tutti vive l’estate e che sarebbe il caso di rivivere anche nelle prossime stagioni.
VIVERE A LE CASTELLA
È una frazione di Isola di Capo Rizzuto. Ha una popolazione di 1.100 abitanti che in estate sale sino a sei mila. Si trova in provincia di Crotone e rientra nell’Area Marina Protetta di Capo Rizzuto che coi suoi 15 mila ettari di superficie è la più estesa in Italia. I fondali sono ricchi soprattutto di poseidonia e assai pescosi. Tanto è vero che qui si praticano diving e snorkeling. La Pro Loco è assai attiva (prolocolecastella.it).